Si afferma nel mondo dell’automotive, con una nuova espressione pittorica, denominata “Plexi-car” o “Plexi-boat”.  Taraski, per i suoi lavori, adopera modellini da collezione di auto e barche, che sono contemporaneamente ispirazione e parte integrante del dipinto. Intorno alla loro presenza si evolvono anche i colori, che dal concreto prendono slancio verso nuove forme e nuovi percorsi creativi.

Taraski disegna “tele su plexiglass”, applicandovi i sopracitati modelli, del passato o del presente, e nel dipingere l’insieme, rende onore al divenire incessante e tecnologico dell’Umanità.

E’ la stessa ideazione dell’opera a prefigurare l’illimitato artistico in compimento. Non importa che il modellino sia un oggetto di momenti ludici o di applicazioni tecniche, è l’impulso che suscita a determinare il futuro. Per l’artista sabaudo, la fantasia dell’uomo -come un bolide in pista- percorre esclusive e impreviste strade e la scoperta continua è frutto di intuito, estro e maestria, che determineranno meccanica e ingegno per nuovi perfezionamenti tecnici ed emotivi.

“I suoi dipinti mettono in luce la sua poliedrica ricchezza, fatta di sensibilità, appassionato riferimento culturale alle sue origini e briosa capacità tecnica e compositiva, come se fosse un musicista. Un artista in piena e continua evoluzione.”

“In auto si passa parecchio tempo delle nostre giornate: si mangia, si dorme, si fà l’amore, a volte si nasce, si muore… Taraski ci fà sognare”

 

(estratti da testi critici sull’opera del M° Giancarlo Taraski)